H&M lascia Milano a bocca aperta: puntuale, dopo essere stata anunciata dal brand, è approdata, nel negozio del marchio che insiste in piazza San Babila, la capsule collection Lanvin. Una sinergia che ha permesso alla casa transalpina e alla società scandinava “riferimento indiscusso” della moda a basso costo, di creare a “quattro mani” capi di abbigliamento con un obiettivo dichiarato.
Vendere? Ovviamente, ma solo per la capacità di riuscire a fare tendenza in men che non si dica. Store da “sold out” fin dalle prime ore del mattino: code e file sia all’uscio di ingresso che alle casse. Elementi distintivi? Gli stessi di sempre, quelli che hanno fatto, nel tempo, la fortuna della griffe: le ruches che sanno a un tempo sedurre e ispirare dolcezza, le capricciose onde di tessuto che rendono esclusivo ciascun capo, le perle e il pizzo.
Se non è avanguardia del made in Italy, poco ci manca. Al Niguarda di Milano – per intenderci, un ospedale – apre i battenti una shopping gallery che consentirà a ciascuno – pazienti e visitatori – di unire l’utile al dilettevole e rendere meno pesante un dovere sacrosanto: del malato di pensare a guarire, degli affini di giungere in soccorso.


Sette abiti “Valentino” creati per l’occasione e in anteprima sul mercato italiano: Gap Milano farà da apripista mentra – dal 27 novembre – le sette meraviglie saranno disponibili anche nei punti vendita di Londra e Parigi. Emozionato e soddisfatto, Stephen Sunnucks, presidente di Gap Europa, non ha nascosto il giubilo: