
Blueshouse Live Music Club, suggerisce il nome. La casa del blues dal vivo. Timbro e corda, voce e strumento. Milano non è intrisa di tradizioni afroamericane – vero – ma il civico 26 di Via Sant’Uguzzone riesce ugualmente a richiamare alla mente alcuni pertugi della New York leggendaria. Quella in cui, le note le voci gli accordi, li percepisci anche solo attraverso l’immaginazione.

Il Blueshouse, dicevamo: musica dal vivo e balli improvvisati in uno spazio che assume la connotazione di discoteca, sala di ascolto, birreria. Un giusto mix che legittima l’assioma secondo cui la clientela del locale in prossimità di viale Monza sia per davvero eterogenea. Genere, professione, età: si trova di tutto. Forse, non si azzarda nel dire che si trovano tutti.

In questo caso, attrae il progetto che sta dietro al locale: pensato, il Blueshouse in funzione della musica. Non il contrario. Sono le esigenze musicali, infatti, ad aver suggerito (verrebbe da dire intimato) architettura e disposizione degli arredi.