Galleria Vittorio Emanuele, il salotto di Prada

di La Redazione 0

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 Il proverbio dice “ Chi si accontenta, gode”, ma sembra che il brand di alta moda Prada non sia della stessa idea dato che dopo l’acquisto dei locali che furono di McDonald’s pare voglia proseguire “l’invasione”, questa volta ai danni della Feltrinelli. La Galleria Vittorio Emanuele II continua ad essere presa d’assalto dai brand di lusso che vogliono trasformarla in un vero salotto dell’alta moda.

I lavori in Galleria continuano dato che a breve la boutique Prada aprirà al pubblico con i suoi nuovi 5000 metri quadrati disposti su 8 livelli aggiudicati all’asta tenutasi nel novembre 2011 e ubicata a pochi metri di distanza dalla boutique storica del marchio aperta dai nonni di Miuccia Prada nel lontano 1913. Al suo interno sembra sarà accolto oltre alla nuova boutique anche un ristorante stellato e un book store. Dopo aver battuto Apple all’asta e ottenuta l’assegnazione del fondo ex McDonald’s, il brand di accessori, abbigliamento e beni di lusso sembra voler continuare il suo percorso all’interno dell’ottagono della Galleria e sogna di appropriarsi di alcuni spazi utilizzati dalla libreria Feltrinelli, in particolare delle due vetrine adiacenti al nuovo locale. Il Comune di Milano frena la rincorsa del marchio Prada asserendo la necessità di mantenere all’interno della Galleria un equilibrio tra i locali presenti destinando spazi a libri, prodotti musicali e cinematografici per andare incontro alle esigenze e richieste di un target ampio e sottolineando l’importanza di garantire attività culturali senza trasformare la Galleria nell’ennesimo quadrilatero della moda.

Altre novità sembrano coinvolgere la Galleria che funge da ponte tra Piazza Duomo e Piazza della Scala. L’amministrazione comunale ha infatti deciso di rinnovare le convenzioni con Autogrill e Louis Vuitton che sarebbero prossime alla scadenza prorogandole sino al 2030. In questo modo verrà meno la possibilità di assegnare i locali prestigiosi con asta pubblica optando per opere di riqualificazione pur prevenendo in tutti i modi la possibilità di diffusione delle catene di moda.

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