Un chiosco tra le guglie del Duomo, la proposta de La Veneranda Fabbrica

di La Redazione 0

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Se fossimo ancora all’epoca dei Promessi Sposi potremmo dire “Questo bar non s’ha da fare”. Tra le suggestive guglie del Duomo di Milano, a pochi metri dalla Madonnina tutta d’oro è nata una disputa relativa alla possibilità di aprire un piccolo bar, meta di turisti e pellegrini. La Veneranda fabbrica del Duomo, ente che da sempre si preoccupa di curare, gestire e valorizzare il Duomo attraverso opere di restauro, è riuscita a ricavare 9 metri quadrati di spazio sul tetto con l’intento di aprire un piccolo bar, non senza suscitare scalpore da parte dell’Ufficio dei Beni culturali.

L’azienda nasce circa un anno fa e sebbene abbia da sempre intrapreso attività per la valorizzazione della chiesa adesso sembra voler andare un gradino oltre con l’apertura di un punto ristoro tra le guglie, dare quindi la possibilità ai turisti di salire per gli oltre 70 metri d’altezza e stupirsi trovandosi di fronte ad un piccolo chiosco dalla vista mozzafiato. Attraversando la balconata principale con al lato destro la terza campata La Veneranda fabbrica vorrebbe costruire un gazebo di 3 metri per 3 somigliante ad un ponteggio di tubolari da cantiere, poche sedie ma sicuramente una vista incredibile sulla piazza. L’azienda ha inoltre dichiarato di voler utilizzare il ricavato per finanziare il restauro della cattedrale, si stima possa aggirarsi intorno ai 30 milioni di ricavato grazie ai turisti stranieri ma anche ai locali; ma nonostante le buone e belle proposte il sì tarda ad arrivare anche perché l’idea di creare frigoriferi e binari ad hoc per il trasporto della merce non sembra essere la soluzione migliore, oltre all’idea poco felice di unire il sacro al profano. In realtà il chiosco non avrebbe lì dimora fissa in quanto si tratterebbe di uno spazio allestito entro settembre e reso disponibile fino all’inizio dell’Expo 2015, tre anni, dunque, per un ricavo notevole quasi da garantire una rendita fissa di circa mezzo milione di euro l’anno per tre anni.

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