La mostra di Vivian Maier a Milano

di La Redazione 0

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Tra le mostre da non perdere in città questo mese c’è Vivian Maier a cui Milano dedica una bella retrospettiva aperta fino al 31 Gennaio. Gli appassionati di fotografia la troveranno splendida ma saprà interessare anche chi non si è mai avvicinato a quest’arte grazie al linguaggio immediato dell’artista.

La mostra, il cui titolo è molto semplicemente “Vivian Maier. Street photographer”, va in scena negli spazi della Fondazione Forma per la fotografia dopo aver fatto tappa al MAN in provincia di Nuoro, in Sardegna. Racconta la storia incredibile di una fotografa rimasta pressocché sconosciuta al mondo fino a pochi anni fa.

Era il 2007 quando John Maloof, che al tempo lavorava come agente immobiliare, acquistò ad un’asta una parte dell’archivio fotografico della Maier. Appassionatosi alle sue opere, continuò la ricerca arrivando a possedere 150 mila negativi e 3000 stampe.

Maloof ha potuto così rimettere insieme l’enorme e sconosciuto archivio fotografico di una donna che all’epoca lavorava ufficialmente come tata per le famiglie bene di New York e Chicago e che nel suo tempo libero percorreva le città catturandone il volto quotidiano, i piccoli avvenimenti di ogni giorno, i volti dei loro protagonisti più comuni.

Nell’introduzione al catalogo della mostra Marvin Heifermann scrive:

“Seppur scattate decenni or sono, le fotografie di Vivian Maier hanno molto da dire sul nostro presente. […] Maier si dedicò alla fotografia anima e corpo, la praticò con disciplina e usò questo linguaggio per dare struttura e senso alla propria vita conservando però gelosamente le immagini che realizzava senza parlarne, condividerle o utilizzarle per comunicare con il prossimo.”

Il suo è uno sguardo attento sulla realtà, capace di cogliere i dettagli più piccoli catturando la vita normale in tutti i suoi aspetti, fotografando ciò che generalmente non si fa notare. La sua stessa vita era così, dimessa e riservata. Non pubblicò né espose mai le foto durante la sua vita, molti dei rullini non furono neanche mai sviluppati.

È un’occasione da non perdere per scoprire questa personalità tanto interessante e sfaccettata nonostante la volontà di restare in disparte, un aspetto che oggi, nell’epoca dell’apparire ad ogni costo, ha su di noi un fascino magnetico.

Il percorso si articola in 120 immagini, una selezione di foto scattate tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta a cui si aggiungono alcuni filmati in super 8 e una serie di provini. La mostra è aperta tutti i giorni dalle 11 alle 21, giovedì dalle 12 alle 23.

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