Negozi di quartiere, boom di fallimenti

di Valentina 0

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Brutta vita per i negozi di quartiere a Milano: negli ultimi 5 anni sono stati registrati almeno 1300 fallimenti. Coinvolgenti in alcuni casi anche botteghe storiche.

Troppe spese e troppa concorrenza non gestibile

Purtroppo si sente sempre di più quanto le difficoltà date dal Covid e dal caro bollette stiano pian piano distruggendo il tessuto urbano dal punto di vista del commercio al dettaglio. Per quanto si faccia per tentare di salvare i negozi di quartiere dal fallimento, sempre di più questi cadono in suddetta problematica.

Il problema? Purtroppo spesso e volentieri non si riesce a passare dalle parole ai fatti nel sostegno. Soprattutto per quel che riguarda quelle realtà che per decenni, prima della grande distribuzione e del commercio online hanno sostenuto le compravendite. E parliamo di qualsiasi oggetto o prodotto, a partire dagli alimentari che soffrono la grande distribuzione dei supermercati fino alle librerie e alle mercerie. E ancora i negozi di dischi e ferramenta.

In parte è il cambiamento dato dall’approccio maggiormente tecnologico. Dall’altra è inutile negare che le maggiori spese da sostenere portano i negozi di quartiere a offrire alcuni beni a un costo maggiore. Portando i consumatori a ricercare la comodità e gli sconti quasi sempre di una grande catena o di uno store online.

Fallimento negozi di quartiere rende meno vivibile la città

Il caro bollette purtroppo ci mette lo zampino. Tra le fatture legate all’elettricità, gli affitti più alti e la mancanza di ricambio generazionale, i negozi di quartiere non hanno vita facile. Anche al centro della città di Milano, zona più ricca rispetto ad altre periferiche.

Tra l’altro la tipologia di commercio che sta morendo era la stessa che in passato ha tenuto coeso il tessuto sociale, creando dei veri e propri presidi, soprattutto nelle zone meno centrali, dando vita a delle relazioni di vicinato.

Ha quindi ragione il presidente di Confcommercio di Milano, Carlo Sangalli, quando dice che il fenomeno del fallimento di queste botteghe renda meno vivibile Milano. Basta scorgere il registro delle imprese per rendersi conto di quanto effettivamente la situazione sia tragica. Soprattutto per quel che concerne le zone più decentrate, dove c’è il rischio che nessun negozio o attività commerciale vada a sostituire quella chiusa.

Il covid con le sue problematiche purtroppo non ha aiutato in tal senso. Le spese più alte e l’inflazione con tutto ciò che ne consegue hanno solamente inasprito il problema. A essere cresciuto è soprattutto il commercio online per via della pandemia e i mini mercati, quasi sempre gestiti da persone provenienti dall’estero, che grazie all’offerta variegata riescono ad attirare più clienti.

A sorpresa cresce anche il turismo e hotel, ostelli e bed and breakfast, soprattutto a basso costo, continuano ad aprire e a vivere.

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