Eicma 2010 fiera di Rho: “Fiorenzo Magni, il Magnifico”

di La Redazione 2

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 I grandi ciclisti che hanno scritto l’epopea del pedale: tra trionfi (di Bartali), imprese (di Coppi) e grandi rivalità (quella che li ha visti coinvolti entrambi), si insinua la storia di un atleta che correva mordendo un tubolare, protagonista anch’egli di uno scatto che ha fatto epoca – ed epica – quasi quanto il celeberrimo “scambio della borraccia” tra l’Airone di Castellania e “Ginettaccio”.

Fiorenzo Magni da Vaiano (Prato), classe 1920, in azione nel Giro d’Italia 1956: durante la dodicesima frazione, scendendo da Volterra destinazione Livorno, cadde, si ruppe la clavicola ma proseguì fino al traguardo prima di essere ricoverato in ospedale. Lì gli consigliarono il ritiro e, invece, quel “vero toscano, geniale e focoso” (come lo ha definito il decano dei commentatori di ciclismo in tv, Adriano De Zan) decise di ripartire per consegnare alla Storia l’istantanea della tredicesima tappa.

Cronoscalata Bologna-San Luca: non potendo forzare sul manubrio, “surrogò” addentando un tubolare legato al manubrio come da suggerimento di Faliero Masi, suo meccanico. Cartoline, istantanee per accogliere i visitatori all’interno dell’allestimento “Fiorenzo il Magnifico”, una mostra allestita nei locali attigui al 68esimo Salone del Ciclo e del Motociclo in programma presso la Fiera di Rho-Pero dal 2 al 7 novembre. Dici “Magni” e torna in mente un altro ricordo.

Il soprannome guadagnato sul campo. “Leone delle Fiandre”, dopo che ebbe vinto consecutivamente tre edizioni della grande classica del ciclismo fiammingo, il Giro delle Fiandre. Altri cimeli presenti nell’allestimento riporteranno fino alla triplice campagna vittoriosa anche grazie ad accorgimenti tecnici rivoluzionari come il rivestimento in gommapiuma del manubrio per ridurre le vibrazioni da pavé (“Tutti ridevano di me, poi mi hanno copiato” ha rivelato Magni in una recente intervista a La Gazzetta dello Sport), l’utilizzo di cerchi di legno pregiato e di gomme più larghe rispetto a quelle tradizionali.

Svolgendo il filo dei ricordi, torna alla memoria anche il record di longevità per un vincitore del Giro d’Italia (Magni si impose nel 1955, a 34 anni suonati), ma anche il particolare feeling con la corsa Rosa, vinta dal “fantastico uomo che ha lottato senza timori al pari di campioni del calibro di Bartali e di Coppi” (ancora Adriano De Zan) in tre occasioni (1948, 1951 e 1955). Senza neppure trascurare il prezioso apporto offerto al mondo del ciclismo – e dello sport più in generale – con l’introduzione della sponsorizzazione sulle casacche degli atleti, da Magni fortemente voluta: uno dei passaggi chiave per trasformare lo sport in una kermesse veicolo di marketing, turismo e spettacolo.

La mostra “Fiorenzo il Magnifico” sarà un’occasione per ricordare tutto questo e scoprire altri curiosi aneddoti della vita agonistica e privata di un uomo che si accinge a spegnere, il prossimo 7 dicembre, 90 candeline: dai suoi archivi sono state rispolverate biciclette d’epoca, le maglie simbolo dei suoi successi (oltre alle tre rosa, ve ne sono altrettante tricolore di campione italiano) e svariati cimeli rari. Non mancherà uno spazio dedicato ai giornali dell’epoca e a gigantografie che rilanciano le dichiarazioni più significative del Magni ciclista e del Magni dirigente sportivo, carriera cui “Fiorenzo il Magnifico” si è dedicato dopo aver appeso la bici al chiodo. Il brindisi d’augurio in programma giovedì 4 novembre alle ore 16 presso il padiglione 4 della 68esima Fiera del Ciclo e Motociclo diventa evento imperdibile da vivere con il Magnifico. Fiorenzo Magni da Vaiano. Classe 1920.

Commenti (2)

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